La Scuola Komyo ReikiDo
La scuola Komyo Reiki del Rev. Hyakuten Inamoto, monaco buddista della “Terra Pura”, è nata nel 1997 a Kyoto, in Giappone, ed è stata fondata per garantire l’integrità della disciplina e la sua corretta divulgazione.
Il Reverendo è giunto al Reiki tramite l’insegnante Chiyoko Yamaguchi, morta nel 2003 all’età di 83 anni, allieva di Chujiro Hayashi, quindi Inamoto è il quarto Insegnante, in linea diretta di discendenza, da Mikao Usui Sensei.
Komyo Reiki non ha subito le modifiche apportate da Hawayo Takata, motivo per cui la tecnica è molto fedele a quanto insegnato da Chujiro Hayashi.
Il Rev. Inamoto è una persona molto semplice, solare….. che ispira immediatamente sicurezza e simpatia, ed è dotato di un’ Energia notevole, forte, la percepisci immediatamente!
Lo scopo principale della scuola e delle sue approfondite ricerche, è quello di riportare alla luce l’originaria disciplina di crescita spirituale di Mikao Usui, dal punto di vista storico e dei contenuti. Grazie agli insegnamenti ricevuti dalla signora Yamaguchi ed ai costanti contatti con la Usui Reiki Ryoho Gakkai, la scuola fondata da Usui, il Rev. Hyakuten Inamoto può divulgare in tutto il mondo la disciplina Reiki della tradizione giapponese, coinvolgendoci nell’ entusiasmante viaggio verso la crescita personale e l’equilibrio interiore, Anshin Ritzumei, Satori o Pace Interiore.
Molto importante per noi italiani è la funzione che oggi svolge la scuola Komyo Reiki Kai Italia, nata con lo scopo principale di mantenere intatti gli originali insegnamenti del suo fondatore e di renderli disponibili senza doversi recare in Giappone, per merito di questa scuola abbiamo la possibilità di utilizzare gli stessi metodi d’insegnamento e di pratica giapponesi, con i manuali originali del Rev. Hyakuten, tradotti letteralmente e costantemente aggiornati.
Chi si avvicina al Komyo Reiki nota immediatamente che questa disciplina è molto semplice da apprendere, varie sono le differenze tra la scuola tradizionale giapponese e le tecniche americane, giunte a noi.
Il 3 Maggio 2008 ho scelto di insegnare il Reiki tradizionale Giapponese “Komyo Reiki” del Rev. Hyakuten Inamoto, proprio perché sono rimasta colpita dalla sua semplicità ed efficacia.
Ritengo questo metodo molto vicino agli insegnamenti di Usui, ho verificato nel mio percorso con Reiki in questi anni, che il Reiki insegnato oggi in Italia è stato in qualche modo deviato dagli insegnamenti originari giapponesi, poiché sono stati tramandati gli insegnamenti di Hawayo Takata, giunti a noi tramite la nipote Phillis Ley Furumoto che dopo la morte della nonna fondò la Reiki Alleance, ovvero il metodo Reiki “Americano”, molto diverso dal Reiki praticato in Giappone.
Spesso vengono aggiunte cose che hanno ben poco a che fare con il Reiki vero e proprio, stravolgendo e complicando il metodo.
Nel Komyo Reiki, e nel Reiki insegnato in Giappone, per esempio, non sono inclusi i “chakra”, poichè componenti della medicina ayurvedica di matrice induista.Sappiamo che questi insegnamenti non sono stati tramandati da Usui e per questo motivo non sono inclusi nel Komyo Reiki.
Altre differenze sostanziali le si trovano nei simboli e mantra, che sono stati cambiati nel Reiki americano.
Anche il metodo impiegato dagli insegnanti nelle armonizzazioni, Reiju , è differente per tecnica e numero.
Molte altre informazioni le trovate in questo pdf, scritto da Chiara Grandi, Presidente Komyo Reiki Kai Italia.
Il Rev. Inamoto sottolinea che l’aspetto “mentale” dell’approccio al Reiki è una parte fondamentale della disciplina, poichè è la nostra mente a governare sul corpo e non il contrario. Non a caso, in una seduta di Reiki, trattiamo prima la testa, Reiki migliora prima la mente, poi il corpo, ma la mente viene prima del corpo.Komyo Reiki è chiaro, semplice da apprendere, immediato e libero.L’Energia non ha bisogno nè di troppe regole, nè di troppe complicazioni.
La semplicità è la forma della vera grandezza e ci apre molte porte!Ed infine, ricordiamoci che….
“Nel Reiki non c’è dipendenza, nemmeno dai simboli o dai mantra, la cosa più importante è la nostra crescita”