Bazzoni: "La Regione si adoperi per portare in Emilia Romagna la cura Buzzi
il sabato 14 agosto 2010 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


sabato 14 agosto 2010
Il dottor Buzzi, le sue ricerche, il suo contributo alla lotta contro il cancro: che cosa farà la Regione perché non si perda un tale patrimonio? La risposta la chiede con un'interrogazione alla giunta di viale Aldo Moro il consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni.



Nell'interrogazione Bazzoni ricorda che "il dottor Silvio Buzzi è stato un neuropsichiatria molto noto a Ravenna, che per 40 anni si è dedicato a condurre a proprie spese e senza alcun tornaconto personale ricerche oncologiche.

Da un'intuizione casuale, agli inizi degli anni '60, il dottor Buzzi ha iniziato a studiare il potenziale antineoplastico di una sostanza naturale, la Tossina difterica, sostituita in anni recenti da una versione del tutto priva di tossicità, il CRM197. La molecola, testata su centinaia di pazienti oncologici, per la maggior parte in stadio avanzato, si è dimostrata estremamente tollerabile e utile, con un'alta percentuale di risposte parziali e di risposte complete".

"Recentemente - spiega il consigliere regionale - è emerso un secondo ed altrettanto importante possibile impiego di questa sostanza che è risultata molto utile nel trattamento della placca aterosclerotica, condizione che è alla base dell'infarto miocardico e dell'ictus".

"Eppure, nonostante varie pubblicazioni su riviste prestigiose tra le quali Cancer Research (1973-74-82), Lancet (1974), Cancer Immunology Immunotherapy (2004), Therapy (2004-2007), i risultati ottenuti dal dottor Buzzi non sono stati presi seriamente in considerazione, né finché lui era in vita né successivamente. Nel 2007 un gruppo di scienziati giapponesi, dell'università di Osaka e di Fukoka, formato da medici, biologi e farmacologi e guidato dal professor Eisuke Mekada, riconosciuto come la massima autorità mondiale in campo di CRM197, è venuto in Italia per incontrare il dottor Buzzi; dal 2008 infatti in Giappone è in atto una sperimentazione con applicazione del CRM197 sul carcinoma ovarico, con risultati molto promettenti, alcuni dei quali già pubblicati".

Bazzoni ripercorre poi le tappe della ricerca Buzzi in Italia dove "l'unico tentativo di sperimentazione è stato avviato nel 2007 all'ospedale di Empoli: di essa non si hanno notizie e sembra, da testimonianze raccolte dai pazienti dai familiari del dottor Buzzi, sia che questa sia andata avanti seguendo un protocollo differente da quello previsto o, peggio ancora, sia stata gestita in maniera improvvisata.

Nonostante questo - prosegue il consigliere - i familiari del dottor Buzzi hanno avviato, pur tra mille difficoltà, le procedure presso l'Istituto Superiore di Sanità per chiedere che sia valutato un protocollo che prevede la sperimentazione clinica del CRM197 su pazienti portatori di placca aterosclerotica, ora si è in attesa della disponibilità formale a concedere la sostanza da parte di Novartis, azienda farmaceutica che già lo produce per i vaccini".

Con l'interrogazione il consigliere chiede alla giunta "come intenda interessarsi circa l'esito della sperimentazione avviata ad Empoli, quali risultati essa abbia dato, come sia stata seguita, se sia stata realizzata nel rispetto del relativo protocollo e se l'ospedale di Empoli sia ancora in possesso di dosi del CRM197.

Si chiede altresì se non ritenga che, essendo il dottor Buzzi cittadino ravennate e date le eccellenze che in tema di oncologia si vogliono sviluppare in Emilia Romagna, non sia opportuno che la Regione si adoperi per riportare nel nostro territorio una ricerca che ha già dimostrato di dare risultati promettenti, tanto che in Giappone è tuttora in corso la sperimentazione già avviata da due anni, dando così agli studi del dottor Buzzi il giusto riconoscimento, sia nella nostra regione che in Italia".


Fonte

Copyright © 2009-2020 Maria Grazia Mauri

Webmaster Maria Grazia Mauri