Il bene da una tragedia




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Traduzione eseguita da Marco Forti
www.marcoforti.net

Fonte: Tragedy turned triumphant

L’amore di una mamma è un amore speciale, puro e senza tempo, e sebbene ad alcune madri venga concesso il loro piccolo miracolo solo per un breve periodo, il loro amore viene nutrito e il legame resta forte.
Quando Michelle Pocratsky di Mt. Pleasant scoprì di essere incinta, nel 2004, era in estasi.
Un bimbo era qualcosa che lei e suo marito, Ray, sognavano da tempo, e quando quel piccolo fascio di gioia arrivò, un po’ prima del tempo ma in fondo in salute, lo chiamarono Elijah.
“Era un bambino felice”, ricorda la Pocratsky, “ed era il più bel bambino che avessi mai visto.”
La Pocratsky ebbe una gravidanza difficile, dura. Ebbe a che fare con l’erythema nodosum, una rara patologia in cui grossi noduli si formano sulla parte inferiore delle gambe, rendendo estremamente doloroso anche il semplice camminare.

Venne allettata in ritardo nel corso della gravidanza ma la nascita del bimbo, il 14 luglio, fu una gioia.
Ma l’11 settembre Elijah venne trovato dal padre nella sua culla, privo di reazioni.
Dopo aver chiamato e ricevuto aiuto, Elijah venne portato al Frick hospital e poi al Children’s Hospital, dove morì due giorni dopo.

“Quando lo vidi capii che stava succedendo qualcosa di terribilmente sbagliato”, disse la Pocratsky. “Quando varcai la soglia lo toccai sul piede e il paramedico sentì il polso, il suo cervello si era gonfiato.”
L’autopsia è obbligatoria nei casi di morte improvvisa come quella di Elijah. Il coroner tornò coi risultati. Elijah era morto a causa della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), la sindrome della morte neonatale improvvisa.
“Caddi in una spirale depressiva da allora”, disse la Pocratsky, aggiungendo che provò terapie e cure mediche, ma nulla riuscì a lenire il dolore del suo cuore spezzato.

La Pocratsky soffrì di depressione e ansietà da separazione. Il suo dolore era così forte che per lei risultava difficile anche uscire in pubblico.

“Ho provato quindi cure olistiche (reiki e terapia cranio sacrale) e questo mi ha salvato la vita”.

Allora le venne un’idea. Se avesse potuto aiutare altre persone, in memoria di Elijah, allora un po’ di buono avrebbe potuto originare da quella tragedia.
Decise di raccogliere fondi per l’associazione SIDS della Pennsylvania.

“Iniziai la pianificazione della mia prima raccolta fondi da effettuarsi in concomitanza del primo anniversario della morte di Elijah” racconta la Pocratsky, “feci tutto in due mesi, mi dicevano che ero pazza e che non ce l’avrei mai fatta, ma lo feci! Formai 14 squadre in quel primo anno.” Da allora ha organizzato un torneo annuale di golf in autunno, vicino all’anniversario della morte di Elijah e un'altra campagna di raccolta fondi in primavera.
La raccolta fondi primaverile consisteva nella “Notte del Concerto dei Bambini”, nella “Notte alle corse” e nel suo recente evento teatrale che vide la partecipazione dell’attrice Melanie Malloy.

Ad oggi la Pocratsky ha raccolto 26 mila dollari per l’associazione SIDS della Pennsylvania.
“I soldi raccolti e donati alla nostra associazione sono usati in diversi modi”, dice Judy Bannon.
Una parte viene usata nel counseling per la gestione del dolore per le madri e gli altri membri delle famiglie in cui si è verificata la morte di un bimbo.

Oltre al counseling, le donazioni della Pocratsky sono andate ad un settore dell’organizzazione chiamata “culle per bimbi” che fornisce culle studiate per il sonno sicuro alle famiglie con redditi bassi.
La Pocratsky e suo marito ora hanno una figlia di due anni, Sami.
Sebbene la Pocratsky lavori a tempo pieno, si prenda cura della propria famiglia e studi per ottenere la certificazione come assicuratrice, trova ancora il tempo per la sua passione – mantenere viva la memoria di Elijah e aiutare gli altri tramite la formazione e il supporto.

“La campagna culle per i bimbi iniziò nel 1988 e dal 1998 al 2004 il tasso di morti per SIDS è calato” - dice la Bannon - “lei (la Pocratsky) seppe a malapena che le sue donazioni non avevano aiutato solo la comunità locale ma avrebbero salvato vite in tutto il Paese. Il suo lavoro ha aiutato così tanta gente, lei è davvero una persona speciale.”

“Se posso salvare un bambino e aiutare almeno una famiglia ad evitare ciò che io ho dovuto subire, allora sarò felice” – dice la Pocratsky - “è tutto in memoria di Elijah.”




Marco Forti e Maria Grazia Mauri sono membri della Usui Reiki Italia Kenkyūkai




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