Américo Yábar è un mistico e poeta peruviano, nato e cresciuto sulle Ande, nella regione di Cuzco, l’antica capitale inka. Qui ha convissuto con la popolazione nativa, custode di antiche conoscenze, e con i Q’eros, considerati dagli antropologi l’ultima comunità inka, sopravvissuti alla conquista spagnola fuggendo sulle alte vette «dove», dice don Américo, «si creano le nuvole, nasce la pioggia e vivono i puma».
I Q’eros, che vestono ancora come gli inkas, continuano a praticare i rituali sciamanici, vietati a suo tempo dagli spagnoli.
Iniziato dai Q’eros come “kurak akulleq” (il più alto livello dei “paqos”, i praticanti del percorso spirituale andino), don Américo è per i Q’eros “chakaruna”, uomo-ponte per accedere a una visione spirituale che è al tempo stesso una via pratica, un’esperienza diretta.
Come nelle altre forme di sciamanesimo, ogni cosa nel cosmo è viva e ha uno spirito: gli esseri umani, animali, vegetali, la terra, le montagne, le pietre, ma anche gli oggetti, i luoghi, le azioni, le parole, tutto. E vige il principio della reciprocità energetica (Ayni), per cui il cosmo è concepito come un campo vibrante d’energia (Kawsay Pacha) in cui vengono scambiati filamenti energetici. La terra non è vista come un oggetto di consumo, ma come un essere vivente con una dignità da rispettare: è la Pachamama, la Madre Terra che ci nutre, accoglie, sostiene e cura, e perciò merita gratitudine e venerazione.
Don Américo ha dato vita al movimento poetico salka.
“Salka” viene dal quechua antico e si riferisce a un’energia libera, non addomesticata, pura energia cosmica che anima gli esseri viventi ed è importante attivare, far fluire e proteggere, liberandola dalla pesantezza di un’altra energia (“hucha”), creata dagli esseri umani, che comprime, blocca, isola, intristisce e fa ammalare.
La limpia (pulizia) è necessaria per entrare in contatto con questa fonte inesauribile di energia vitale che si risveglia attraverso la meditazione, la connessione con gli spiriti della natura e l’esercizio del nostro potere personale.
In questa visione del cosmo concepito su tre livelli (Ukhu Pacha, il “mondo di sotto”; Kay Pacha, il mondo delle relazioni in cui viviamo; e Hanaq Pacha, il “mondo di sopra”), i poteri fondamentali sono tre e vanno esercitati in armoniosa interazione: Llankay (lavoro), Llachay (mente) e Munay (cuore). Don Américo sottolinea come storicamente fra i tre poteri sia stato penalizzato il Munay, il potere del cuore, del sentire, a favore del potere del lavoro e della mente, una mente perlopiù persa in una visione egocentrica del mondo.
Il Munay è il primo potere che il paqo deve attivare, riconoscendo l’essenza dell’amore in se stesso e nel creato, dove tutto ciò che vive è figlio dell’amore tra Pachamama e Taita Inti (Padre Sole).
Senza Munay non c’è cammino, gioia e libertà: il potere di amare, di prenderci cura di noi stessi e degli altri esseri, in una logica in cui l’uno nasce dal due, e gli opposti sono complementari. Don Américo, che ha studiato anche Legge e Psicologia sociale in Spagna, tiene conferenze e guida gruppi di lavoro e vacanze spirituali in Perù e in altre parti del mondo. Il video è stato girato nel 2001, grazie a Maurizio Balboni, che ha organizzato gli incontri, i gruppi di lavoro con Américo Yábar e il viaggio.
Riprese, regia e montaggio: Michela Cortina.
Pulizia del suono: Matteo Porcelli.
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